Produttori e torrefattori di caffè.
Il caffè, in qualsiasi sua varietà, lungo o ristretto, liscio o macchiato, caldo o freddo, risulta essere una delle bevande più apprezzate a qualsiasi ora della giornata. Numerose sono le leggende al riguardo della sua origine. Tra tutte, la più conosciuta è qualla del pastore etiope che, portando a pascolare le sue capre si accorse che dopo che queste mangiarono determinate bacche iniziarono a correre con una formidabile energia. Se questa sia l'effettiva origine del caffè non è dato sapersi, fatto stà che l'orgine geografica sembra corrispondere a una delle zone che presenta maggior concentrazione di produttori di caffè e industrie di torrefazione di tale bevanda.
Infatti, a fianco all'Etiopia, tra i maggiori produttori troviamo stati quali Camerun, Repubblica del Centro Africa, Congo, Nigeria, Kenya. Insieme a questi, stati del Sud-America, per via delle condizioni climatiche ideali, riescono a ricoprire la quasi totalità di produzione di caffè globale.
Brasile, Colombia, Costa Rica e Bolivia insieme ai paesi precedentemente citati costituiscono infatti l''Associazione dei Paesi Produttori di Caffè', APPC, fondata nel 1993. Tale associazione venne istituita per far fronte ad un prezzo di mercato del caffè troppo basso. Il paese produttore principale appartenente all'APPC è il Brasile. Ottenuto grazie al processo di torrefazione di caffè, del quale parleremo a breve, tale stato produce quella che viene definita la qualità Arabica. Coltivata in quantità enormi principalmente negli altopiani ad un'altitudine tra i 200 e i 1000 metri s.l.m, riesce a ricoprire la quasi totalità di richiesta a livello globale.
Un altro stato tra i maggiori produttori di caffè ma del quale spesso si ignora l'importanza in tale ambito è l'India. Dal gusto particolarmente delicato il caffè Malabar indiano viene coltivato ad altitudini particolarmente elevate, tra i 900 e i 1800 metri s.l.m., caratteristica che rende unico il caffè di questa zona. Analizziamo ora però come sia possibile, da parte dei produttori di caffè, arrivare alla produzione di tale bevanda. Il processo necessario per disidratare, ossidare o carbonizzare i chicchi ottenuti dalle piante prende il nome di torrefazione di caffè. Questo processo consiste nel riscaldare a temperature superiori ai 200°C, con contemporanea agitazione, tali chicchi per un periodo che oscilla tra i 10 e i 15 minuti. Nonostante questa pratica sia ancora utilizzata, non risulta essere però quella ottimale per via di una tostatura che risulterà essere prevalentemente superficiale. Per ottenere un'ottima torrefazione invece vengono utilizzati getti d'aria di temperature ancora superiori, 350-400°C. In questo modo, i chicchi posti all'interno della camera di tostatura rimarranno in sospensione per circa 20 minuti e si tosteranno anche al loro interno.
Questo processo di livello industriale, messo in pratica dai più importanti produttori di caffè, comporta notevoli variazioni per ciascun grano. Il riscaldamento a queste temperature causa infatti un aumento del volume pari circa al 30% con una contemporanea perdita di peso dovuta all'evaporazione della quasi la totalità dell'acqua. Tale processo inoltre causa la carbonizzazione della cellulosa che è la causa del colore tipico del chicco del caffè e della formazione del suo tipico aroma.
Il caffè, in qualsiasi sua varietà, lungo o ristretto, liscio o macchiato, caldo o freddo, risulta essere una delle bevande più apprezzate a qualsiasi ora della giornata. Numerose sono le leggende al riguardo della sua origine. Tra tutte, la più conosciuta è qualla del pastore etiope che, portando a pascolare le sue capre si accorse che dopo che queste mangiarono determinate bacche iniziarono a correre con una formidabile energia. Se questa sia l'effettiva origine del caffè non è dato sapersi, fatto stà che l'orgine geografica sembra corrispondere a una delle zone che presenta maggior concentrazione di produttori di caffè e industrie di torrefazione di tale bevanda.
Infatti, a fianco all'Etiopia, tra i maggiori produttori troviamo stati quali Camerun, Repubblica del Centro Africa, Congo, Nigeria, Kenya. Insieme a questi, stati del Sud-America, per via delle condizioni climatiche ideali, riescono a ricoprire la quasi totalità di produzione di caffè globale.
Brasile, Colombia, Costa Rica e Bolivia insieme ai paesi precedentemente citati costituiscono infatti l''Associazione dei Paesi Produttori di Caffè', APPC, fondata nel 1993. Tale associazione venne istituita per far fronte ad un prezzo di mercato del caffè troppo basso. Il paese produttore principale appartenente all'APPC è il Brasile. Ottenuto grazie al processo di torrefazione di caffè, del quale parleremo a breve, tale stato produce quella che viene definita la qualità Arabica. Coltivata in quantità enormi principalmente negli altopiani ad un'altitudine tra i 200 e i 1000 metri s.l.m, riesce a ricoprire la quasi totalità di richiesta a livello globale.
Un altro stato tra i maggiori produttori di caffè ma del quale spesso si ignora l'importanza in tale ambito è l'India. Dal gusto particolarmente delicato il caffè Malabar indiano viene coltivato ad altitudini particolarmente elevate, tra i 900 e i 1800 metri s.l.m., caratteristica che rende unico il caffè di questa zona. Analizziamo ora però come sia possibile, da parte dei produttori di caffè, arrivare alla produzione di tale bevanda. Il processo necessario per disidratare, ossidare o carbonizzare i chicchi ottenuti dalle piante prende il nome di torrefazione di caffè. Questo processo consiste nel riscaldare a temperature superiori ai 200°C, con contemporanea agitazione, tali chicchi per un periodo che oscilla tra i 10 e i 15 minuti. Nonostante questa pratica sia ancora utilizzata, non risulta essere però quella ottimale per via di una tostatura che risulterà essere prevalentemente superficiale. Per ottenere un'ottima torrefazione invece vengono utilizzati getti d'aria di temperature ancora superiori, 350-400°C. In questo modo, i chicchi posti all'interno della camera di tostatura rimarranno in sospensione per circa 20 minuti e si tosteranno anche al loro interno.
Questo processo di livello industriale, messo in pratica dai più importanti produttori di caffè, comporta notevoli variazioni per ciascun grano. Il riscaldamento a queste temperature causa infatti un aumento del volume pari circa al 30% con una contemporanea perdita di peso dovuta all'evaporazione della quasi la totalità dell'acqua. Tale processo inoltre causa la carbonizzazione della cellulosa che è la causa del colore tipico del chicco del caffè e della formazione del suo tipico aroma.